mercoledì 11 luglio 2018

15° tappa Pandorado - Fasgar 25 km


Splendidi alba e tramonto dalle ampie vetrate dell'hotel, dove lo sguardo spazia su montagne incontaminate. A colazione Carlos, il simpatico gestore, al quale Fabrizio chiede "...ma tutto questo è tuo?" risponde " no, non sono mica matto...." ci racconta la storia di questo superbo luogo, come dice lui, nato da un capriccio..... Venti anni fa un ricco signore di Leon, si innamora di questo luogo ameno, compra un vasto terreno, affida la costruzione del complesso ad un noto architetto e si ritira a vivere con la sua giovane donna, in questo immenso castello moderno (un'ardita e innovativa architettura in pietra e legno, ampie vetrate, terrazze, una Spa e dependance per gli ospiti...), solo loro due, le guardie del corpo, un cuoco, una cameriera e un maggiordomo.... solo per un anno. Poi il declino....il denaro finisce...la bella lo lascia e il maniero diventa proprietà di una società che gestisce locali e viene trasformato in hotel ...
Ci incamminiamo in una fresca (siamo a 1.100m ), ma già soleggiata mattinata, scendendo lungo un piacevole sentiero erboso che costeggia il rio Omana, in un folto bosco di querce ammantate di muschio, tra verdi pascoli. Dopo un paio d'ore si sentono riecheggiare tuoni in lontananza mentre sopraggiungono dense nubi, facciamo appena in tempo a ripararci nel bar che scoppia un violento temporale, nel frattempo ci telefona Carlos preoccupato, prima di partire ci aveva assicurato un bel giorno... comunque per qualsiasi cosa è a disposizione. Anche il curato che è nel bar  dice che più tardi dovrebbe migliorare, ma se abbiamo bisogno di un passaggio fra un po' c'è un funerale...... Ma i pellegrini non temono le intemperie.....aspettiamo un po', poi via, tenuta anti pioggia e di nuovo in marcia, improponibile seguire il sentiero lungo il fiume, continuiamo lungo la strada per i rimanenti 17 km! In fila indiana e a capo chino procediamo spediti a dispetto della fitta pioggia che ci infradicia le scarpe,  verso le 13.00 arriviamo a Barrio del Punte (28 ab) mentre inizia a schiarire, arriva anche lo strombettante furgoncino della alimentazione ambulante e piacevole sorpresa .... un bar aperto (saltuariamente)! Ci dicono che nonostante abbiano messo tavole in legno lungo il sentiero fluviale c'è l'acqua alta e non è percorribile, occorre proseguire per la strada.  Attraversiamo piccoli borghi ben tenuti di 20-30 abitanti, dalle case in sasso col tetto d'ardesia e belle chiesette dal campanile a vela con cicogne, che si animano all'arrivo dell' ambulante....a saperlo ci saremmo risparmiati di portarci dietro i viveri..... Ed eccoci nell' accogliente ostello di Fasgar, la vecchia scuola appena ristrutturata tutta in caldo legno,  odora ancora di nuovo, dieci posti, due bagni, una bella cucina, la stufa a pellet (siamo a 1350 m.), tutto per noi tre!





1 commento:

  1. "I pellegrini non temono le intemperie" ma il funerale "sì".
    Io avrei approfittato di qualche parente del defunto, munito di coche e mosso a compassione, dato il momento di mestizia, per evitare la pioggia scrosciante.
    Ciao
    Il pellegrino di Torino

    RispondiElimina