lunedì 20 aprile 2009

18° tappa Astorga-El Acebo 40 km

Sveglia verso le 7.20, la nostra camerata con 12 posti letto (ma piena solo per meta') e' ancora addormentata, ma Monique decide che e' ora di accendere la luce! Inizia cosi' la preparazione mattutina: "spalmazione" (sera e mattina) con effluvi di erbe, sui vari muscoli dolenti (praticamente tutto il corpo) e della crema viso (faccia riarsa dal sole e intemperie con nasi rossi e spellati, per non parlare dei capelli ispidi, sono 2 notti che la Marina sogna Lorenzo suo parrucchiere di fiducia, per questo facciamo sempre le foto da lontano!), capatina in bagno, preparazione degli zaini con sfrigolio dei vari sacchetti (in cui tutto e' stipato per preservare dalla eventuale pioggia), che ormai facciamo a occhi chiusi. Frugale colazione in cucina (avrebbe dovuto esserci un breakfast a 3 euro!?), il distributore del caffe' sembra impazzito, il cappuccino che esce e' solo un lungo caffe' amaro, cosi' proviamo a gettonare solo latte e' per 50 cent esce un bicchierino di acqua calda! Rimediamo con latte condensato e biscotti avanzati dai giorni precedenti, un minimo per ingurgitare l'antinfiammatorio, il nostro doping quotidiano. Fortunatamente nella tranquilla domenica, prima di lasciare Astorga, troviamo un bar aperto e cosi' ci spariamo subito un cafe'-leche e una mega briose (piu' del doppio delle nostre), ben presto arrivera' anche Monique che era partita prima, ma come al solito.....ha sbagliato strada. Ben presto il sentiero si inoltra in aperta campagna, attraversando bei villaggi con tipiche case in pietra ormai quasi tutte ristrutturate, con alberghi e bar dove non manchiamo una sosta per una seconda e anche una terza colazione. Dopo 21 km siamo a Rabanal del Camino, un' altra bella e graziosa cittadina, con chiese in pietra dai campànili occupati dalle solite cicogne, ma l'interno quasi sempre chiuso. Di qui si comincia a salire, tra boschi e prati circondati da vette innevate in un paesaggio sempre piu' alpino in cui la nostra giovane amica Heidi (alias Monique) si sente a suo agio e trotterella spedita. Attraversiamo il paese di Foncebadon (mt 1430) fino al 2000 abbandonato e spauracchio dei pellegrini per i branchi di cani randagi che vi risiedevano. Oggi e' in atto una notevole ristrutturazione (alberghi, ristoranti e qualche casa) anche se le numerose case in macerie fanno sembrare di attraversare un paese "bombardato". Non contenti dei 28 km percorsi e complice la splendida giornata di solo decidiamo di proseguirà per altri 4 km, arriviamo cosi' al punto piu' alto di tutto il Camino Francese (1505 mt). Qui si trova la Cruz de Hierro (Croce di Ferro) uno dei monumenti piu' significativi del pellegrino, che qui lascia una pietra (portata da casa e talune anche incise) o una foto o un nastro ad indicare la parte di noi che rimarra' sempre qui, mentre il sasso simboleggia i peccati. La Croce di Ferro che si trova svettante con i suoi oltre 6 mt su cumuli di sassi, non e' stata vista da Monique che cosi' ha ancora il suo sassolino portato da Bellinzona, scoprira' poi che senza saperlo l'ha anche fotografata! Ora non ci rimarrebbero che 2 km per l'ostello segnalato a Manjarin con tanto di Internet, ma prima di arrivarci ci giunge un messaggio di Monique che dice che il posto fa schifo, ma ormai siamo li'! Il paese in realta' e solo un ammasso di macerie e l'unica casa, se cosi' si puo' chiamare e' una baracca molto pittoresca con tanto di "torretta" fatta di materiali di recupero, che al nostro arrivo emette un segnale acustico! La guida parla di atmosfera dei tempi passati, ma e' un eufemismo, la catapecchia con nylon alle finestre e assi per portone sarebbe il rifugio con giacigli sul pavimento in cui dormire e che per pudore non abbiamo osato fotografare. Tomas ha fatto una scelta di vita e gestisce questo albergue per amore del Camino, offrendo anche semplici pasti ma l'ambiente e' veramente "provante" e ci fa ordinare solo una coca in lattina (poco pulita!) Quindi non ci resta che percorrere altri 7 km di ripido sentiero in discesa ( pit stop per cambio gomme sandali al posto degli scarponi per usura dei piedi) che provera' duramente, soprattutto al pomeriggio inoltrato con gia' tanti km sulle gambe! Verso le 19.30 intravediamo l'agognato paese di El Acebo che appare all'improvviso in una valle con le sue case in pietra e i tetti di ardesia. Con tutti i muscoli doloranti ci "precipitiamo" dentro l'albergue ( una camerata di 18 letti, ma solo 8 occupati) dove ritroviamo Monique, tutta sorridente perche' cosi' avra' la sua dose di antinfiammatorio (ci fa la grazia di aiutarci finire 40 bustine!). Doccia, cena nel ristorante sotto (zuppa di verdura, grigliata mista e dolce), sosta al bar ma e' impossibile accedere al computer, ne ha preso possesso Monique e come il cane con l'osso, non molla!



Pellegrino in cammino.......Rabanal del Camino

Cruz de Hierro mt 1505 .....Foncebadon "in ricostruzione"

Manjarin l'originale ostello...El Acebo

2 commenti:

  1. Ecco perchè oggi vi siete presi una mezza giornata di relax, dopo le faticate che ho appena letto... Ormai non sto neanche più ad incitarvi perchè mi sa che ogni giorno affrontiate la sfida dei tanti kilometri, sempre più convinti e felici di intraprendere la strada che vi porterà alla meta.
    Noto che è apparsa sul blog la prima foto!
    Un abbraccio e a presto!

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  2. complimenti ormai siete alla meta. non pensare alle vesciche Marina, pensa che quando tornate Fabrizio andrà a lavorare a piedi !

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