lunedì 6 aprile 2009

4° tappa Cizur Minor--Ciraqui 30 km

Anche stamattina c'e' stato movimento presto, come al solito i fanatici con torce in testa iniziano a preparare lo zaino! Durante la notte non sono mancati i russamenti, con Fabrizio in pool position. Partiamo poco dopo le 8 ben vestiti e saliamo in un paesaggio collinare fino al passo El Perdon(734m), dove svettano su alti piloni le moderne turbine a vento e il moderno monumento al pellegrino formato da grandi sagome di lamiera (l'incontro tra il cammino del vento e quello delle stelle). Passiamo la fonte de la reniega dove, secondo la leggenda, il diavolo tentava il pellegrino offrendo acqua in cambio del rinnegamento della loro fede, oggi il dubbio non si pone, la sorgente e' in secca! Dalla vetta, sempre battuta dal vento, si lasciano dietro le cime pirenaiche, mentre guardando avanti si staglia l'ampia vallata che ci attende. Un bel sole cocente ci obbliga a rallentare il passo e a metterci in maglietta. E' la domenica delle Palme ed e' tutto chiuso cosi' pranziamo con 2 abbondanti fette di torta nel bel baretto del''ostello di Urtega seduti al sole, in compagnia dei soliti pellegrini anglosassoni. Nel borgo solitario di Mazzurabal, seduti all'ombra del campanile ne approfittiamo per alleggerire ulteriormente l'abbigliamento (via le calzamaglie utili al mattino sia per l'aria fresca che per scaldare i muscoli) e prendiamo un rametto di palma benedetta dalla prospiciente chiesa. Superiamo il paese di Obanos (800 abitanti) dove e' in corso la messa nella bella chiesa gotica che svetta nella piazza principale, nucleo del paese, a cui si accede da un'antica porta. Attraversiamo la bella localita' di Puente la Reina ricca di antichi palazzi e conosciamo dei simpatici spagnoli in bici che fanno il Cammino per cuccare (le mogli non li hanno voluti accompagnare!). La cittadina (2600 ab) deve il nome al ponte romanico voluto dalla regina Munia nel IX sec., per facilitare il passaggio degli antichi pellegrini, visto che qui confluiscono due itinerari giacobei, quello Navarro e quello Aragonese che si uniscono per formare il Cammino Francese. Lasciamo il gruppetto di francesi capitanati da Franco l'italiano di 72 anni (reduce di viaggi in bici in solitaria intercontinentali, ma qui molto comunitario) conosciuto a Larasoana, si fermeranno all'ostello cittadino, e proseguiamo per altri 8 km molto faticosi, in ripida salita e sotto il sole. Poi finalmente, dopo numerose soste, il paese di Ciraqui appare all'orizzonte in cima ad un colle con un bel nucleo antico e il delizioso l'albergue privato con lindi servizi, ampie camere ordinate e una bella vista sulla piazza. Ainoa è la giovane e simpatica hospitalera che col marito ha ristrutturato la casa di famiglia con calde tinte, nei piani inferiori sono i locali dell'ostello, mentre all'ultimo piano c'e' la loro abitazione. Dopo una rigenerante doccia negli ottimi servizi, saliamo al bel terrazzo colorato e porticato (facciamo e stendiamo il bucato), dove è allestita una zona relax. L'ex cantina e' stata trasformata in un originale ristorante dove faremo un ottima cena cucinata dal marito-cuoco (zuppa d'aglio, spaghetti alle verdure, polpette, macedonia con yogurt ed un ottimo vino della casa a cui ormai neppure Fabrizio si sottrae) in compagnia di una simpatica coppia di francesi (55 anni) a cui si aggiungerà' l'estroso Cesar, studente boliviano a Madrid. Ci ritiriamo in camera abbastanza presto, i francesi sono in stanza con Duritz che è arrivata distrutta (alle 19.00 è gia' a letto e si addormentera' saltando la cena) ma da brava tedesca non molla e segue rigorosamente le tappe scandite dalla sua affidabile guida teutonica. In camera con noi c'e' il simpatico Cesar col quale chiacchieriamo amabilmente, scherzando sul libro di Cohelo che sta leggendo, qui in Spagna mal visto, si mormora sia un falso e che lo scrittore non abbia fatto il Cammino a piedi come narra e cio' provoca la delusione del ragazzo. Piuttosto tardi arrivera' una giovane coppia di ciclisti, lui spagnolo ed incredibile, lei e' boliviana come Cesar! Un'altra coppia di giovani e biondi lituani si aggira per l'ostello sistemandosi nelle camere matrimoniali al piano superiore. Marina la sua prima ampolla (vescica) come si conviene ad un vero pellegrino che Fabrizio buca coadiuvato da Ainoa, che sconsiglia gli sponsor del Cammino: i cerotti compeed e suggerisce il classico metodo della foratura per poi disinfettare col betadine!




Monumento al pellegrino - Ostello di Ciraqui


Ostello di Ciraqui:Cesar e Marina-la camerata

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