venerdì 10 aprile 2009

8° tappa Azofra--Grañon 22 km

Il tempo e' sempre poco ed e' difficile trovare le parole per poter esprimere tutte le sensazioni che si assorbono, ma compensano ampiamente le fatiche e giorno dopo giorno i nostri passi diventano sempre piu' leggeri. NB scriviamo il blog dopo la cena dove ci propinano vino quindi i pensieri non sono cosi' scorrevoli e lucidi. Verso le 8.00 scendiamo in cucina per prepararci la colazione (avevamo fatto spesa ieri sera nel piccolo market del paese), c'è ancora gente, ma la maggior parte è già in cammino, ce ne siamo accorti ai bagni dove solitamente al mattino c'è fila oggi è tutto molto tranquillo! Anche noi andiamo con calma, c'è già il tempo che corre troppo in fretta, è il 9 aprile il cinquantesimo anniversario della nascita di Fabrizio! Così ci attardiamo a tavola e quando andiamo a lavare e riporre le tazze c'è già l'hospitalera che riordina la cucina e risistema ciò che non hanno fatto i pellegrini maleducati! Prima di lasciare l'ostello raccogliamo il bucato steso ieri sera nel cortile e appendiamo allo zaino, con le provvidenziali spille da balia, gli indumenti che non si sono completamente asciugati. Mattinata soleggiata ma partiamo un po' fiacchi (saranno i 36 km di ieri?), fortunatamente il sentiero si snoda con leggeri saliscendi tra campi coltivati e vigneti quindi percorriamo agevolmente e in quasi completa solitudine i 16km che ci separano dal primo paese. In realtà dopo 10km c'è un piccolo borgo, Ciruena, ma non ci sono negozi, bar o fontane, noi sapendolo dalle varie guide, ci rifocilliamo con le nostre provviste. Verso le 11.00 siamo in vista della cittadina di Santo Domingo de la Calzada (letteralmente S.Domenico della strada), e ci fermiamo a raccogliere mutande e calzini appesi allo zaino e ormai asciutti prima di entrare in centro dove pensiamo ci sia gente in considerazione della giornata festiva (in Spagna il giovedì santo è festivo ) e del bel borgo. La località deve il nome all' omonimo santo, monaco del XI sec., che dedicò buona parte della vita (oltre 90 anni!) al Camino, prodigandosi per la costruzione della strada, del ponte, della chiesa e dell'ostello facendone una delle più importanti tappe sulla Via di Santiago. Pranziamo su una panchina della piazza centrale con pane fresco appena comprato in un forno-pasticceria (aperto solo fino alle 13.00), affettando il salamino acquistato ieri e delle succose arance, poco dopo ci raggiungerà anche Suzanne decisa a pernottare qui, mentre Uwe proseguira' (questo e' il bello del Cammino , si fanno tratti assieme piacevolmente, ma senza vincoli, ci si lascia e poi forse ci si ritrova.....), l'abbiamo incontrato prima e ci ha informato sulle modalità per l'ingresso in chiesa. Il nucleo antico conserva un bel aspetto medioevale e come previsto è affollato di turisti e pellegrini, noi come tali abbiamo diritto ad entrare gratuitamente nella cattedrale (dietro presentazione della Credencial), l'importante edificio di origine romanica oltre al mausoleo di S.Domingo conserva, sempre all'interno, un curioso pollaio gotico con un gallo e una gallina vivi (periodicamente sostituiti)! Questa tradizione si rifà ad un celebre miracolo di cui fu protagonista un giovane tedesco che con la famiglia andava in pellegrinaggio a Santiago, accusato ingiustamente di furto fu impiccato, ma sostenuto da Santiago si salvò. Al ritorno da Compostela i genitori lo trovarono ancora appeso, ma vivo così andarono dal giudice il quale infastidito mentre cenava, disse che il ragazzo era vivo come il gallo e la gallina che aveva nel piatto e a quel punto il miracolo, i polli si misero a cantare! Gironzoliamo per le antiche vie fra i ristoranti affollati e i numerosi negozietti di souvenir aperti, compriamo qualche dolcetto poi riprendiamo il percorso, in breve veniamo superati dal baldanzoso Uwe che ci saluta allegramente. Uscendo dal paese, il Cammino attraversa il bel ponte a 24 campate costruito da Santo Domingo, sul cui argine è fermo a riposare un solitario ragazzo che ci lancia un saluto, ricorderemo poi di averlo visto più volte e in particolare nell'ostello di Los Arcos con Uwe. Questi saluti , scambi di sguardi, l'incitamento dei paesani, una sosta al bar sembrano semplici e piccole cose, ma lungo il Cammino sono piacevoli ed appaganti sensazioni che rendono questa esperienza unica e speciale ed incredibile! Come consigliato da Mirko (pellegrino cervese) ci fermiamo dopo 6km, a Grañon, nell'ostello parrocchiale (oggi solo 22km!), pittorescamente situato negli antichi ambienti del campanile della chiesa di S.Giovanni Battista dove veniamo accolti con calore dagli hospitaleri Franco (tedesco) e Angelo (spagnolo) con la significativa frase "mi casa es tu casa". La proverbiale ospitalità di Gragnon è evidente gia' all'ingresso con la cassetta delle offerte e l'esplicativa scritta "dona cio' che puoi o predi cio' che ti serve" (tradotta in piu' lingue), ci viene spiegato che qui non serve la credenziale, ma la porta e' aperta per tutti, dai barboni ai pellegrini, senza distinzione, che si consumano cena e colazione comunitarie e per dormire dobbiamo prenderci un materasso e scegliere un posto dove posizionarlo. Noi scegliamo il soppalco aperto sopra al soggiorno col tetto mansardato e i lucernari da dove osservare le stelle e sentire la pioggia scrosciare e sistemiamo il materassino (di gomma del tipo da palestra, trovato in alte pile con le coperte) sullo scricchiolante pavimento in legno nei pochi posti rimasti, piu' tardi verranno aperte altre due stanze-dormitorio nei piani inferiori, piu' ampie, ma piu' fredde e meno accoglienti della nostra, per far posto ai numerosi ospiti. Dopo la messa del giovedi' santo, inizia la preparazione della cena, nell'accogliente soggiorno tutto in legno con caminetto e tanto di "menestrello" alla chitarra, con l'ospitalero ai fornelli e gli ospiti a pulire le verdure in primis Mirko e Tullio due intraprendenti e simpatici pellegrini italiani non terroni (definizione data in seguito a cio' che ha detto una spagnola " sono catalana non spagnola"; ripensandoci sono i due tipi che avevamo sentito baccagliare ieri nell'ostello di Azofra!). Una calda e amichevole ambientazione cameratesca che ricorda le comuni degli anni '70, tutti a collaborare, poi "particolare benedizione" (diretta dagli hospitaleri) battendo le mani a ritmo sul tavolo e augurio con tanto di canto e brindisi per il cinquantesimo compleanno di Fabrizio, che si e' un po' imbarazzato ma e' stato molto sorpreso e contento dell'originale compleanno (quando mai ti ricapita di ricevere auguri cosi' internazionali, una tavolata di oltre 40 persone di diverse nazionalita':coppia extra-large di australiani, i tedeschi "anziani", ma coriacei, le signore francesi alticcie ieri sera, Olga il lungo ragazzo olandese (che Tullio schernisce per lo strano nome!), Davide il giovane ragazzo torinese, l'olandesina per cui tutto è very nice, i due spagnoli, di cui uno fa il Cammino di corsa e molti altri, ma sopratutto e finalmente facciamo amicizia con Alejandro il discreto e solitario ispanico-americano!). Finalmente e' l'ora della cena, a base di pesto (saporita zuppa di verdure) insalatona, budino e vino, infine tutti a riordinare perche' alle 21 c'e' la processione del giovedi' santo per le vie del paese e alle 22 tutti a letto!





..................16 km soliari in vista di S.Domingo


..........................Ostello di Gragnon

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