lunedì 6 aprile 2009

5° tappa Cirauqui--Los Arcos 35 km

Notte tranquilla, nella spaziosa camerata di 16 letti, eravamo solo in 5 (il flemmatico Cesar, e la coppia di ciclisti con le loro bici tipo "graziella"), ma non per tutti, Cesar si "lamenta" che Fabrizio ha roncato (russato) tutta la notte. In ostello la possibilita' di fare colazione e' limitata alla macchinetta automatica del caffe' (in paese al mattino presto non c'e' nulla di aperto, bisognerà compiere 6km ed arrivare a Lorca ), ma ieri sera la gentile Anoia ci ha rifornito di dolcetti preparati dal marito. Come al solito lasciamo l'ostello verso le 8.00, i francesi nonostante le grandi vesciche ai pedi della signora sono gia' partiti e anche Duritz si e' gia' avviata. Lungo il cammino riceviamo la telefonata della mamma di Marina che ci comunica del forte terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo, la notizia ci sorprende e rattrista, lungo il Cammino si vive in un mondo un po' a parte, estraniati dalla realta'. L'itinerario odierno e' stato impegnativo per la lunghezza (35 km) ma dal punto di vista del dislivello solo qualche leggero saliscendi tra campi di grano e vigneti, il tempo e' stato variabile, alternando sole ad una leggera pioggia. I primi 23 km, un tratto del sentiero ripercorre l'antica romana Via Traiana, sono stati intercalati da graziosi paesi medioevali come Lorca, Villatuerte e la bella cittadina di Estella ricca di edifici storici. Qui facciamo anche rifornimento di vivere e una sosta pranzo mentre incontriamo ripetutamente la coppia di ciclisti che ha dormito con noi ieri sera, a quanto dicono sono sempre fermi per assaggiare il buon vino locale! Poco oltre Estella c'e' la Fonte del Vino (dove, da una parete annessa ad una famosa cantina vinicola sgorga, oltre all'acqua, anche un ottimo vino, eredita' di una tradizione ben augurante per i viandanti) con tanto di webcam, l'adiacente monastero di Irache è un' antico complesso benedettino purtroppo al lunedi' chiuso. Attraversiamo vigneti, piccoli e antichi paesi fino a Villamyor dove ritroviamo nell'ostello parrocchiale, la coppia francese, Eliette ha delle vistose e sanguinanti vesciche percio' si sono fermati, noi siamo ancora indecisi sul da farsi in fondo sono solo le 15.30 ed e' una bella giornata, ma il prossimo ostello e' a 12km! Facciamo un breve sosta in compagnia dei francesi poi decidiamo di proseguire, percorreremo gli ultimi 12 km in completa solitudine, solo campi coltivati e silenzio, rari i pellegrini che incontriamo per lo piu' ciclisti. Per superare meglio il lungo percorso in solitaria daremo fondo a tutto il nostro repertorio canoro tenendo d'occhio anche il cielo con densi nubi all'orizzonte. Arriviamo alla meta finale, Los Arcos, verso le 19.00, l'albergue municipale (70 posti) e' gia' completo allora optiamo per un albergue privato gestito dagli austriaci proprio prima che scoppi il temporale... Anche in questo, pur essendoci posto, e' super affollato, veniamo sistemati negli ultimi 2 posti di una camerata a 10 letti! Conosciamo Suzanne, una ragazza di Bolzano che ci chiede se sappiamo del terremoto, ma anche altri pellegrini stranieri si mostrano dispiaciuti del disastro. Il primo impatto con i locali della cittadina non ci è piaciuto cosi' decidiamo di mangiare nella cucina dell'ostello dove un gruppo sta ga' cenando a base di paella (tra i partecipanti conosceremo poi Uwe e Alejandro!), in centro ritroviamo il bianco vecchietto francese incontrato a Pamplona che ci saluta caldamente, la' ci aveva raccontato fantomatiche storie su ostelli chiusi!? Marina ha un primo cedimento e le scende una lacrimuccia per un forte dolore alle caviglie che non la sorreggono piu', il detto recita che prima o poi lungo il cammino tutti piangono e' cosi' confermato! Ci rilassiamo nell'accogliente sala comune dotata una fornita biblioteca in multilingue, due postazioni internet in un ambiente arredato in modo un po' stravagante con un accostamento un po' caotico di oggetti eterogenei , ma che crea un'ambiente caloroso e vivace. Come al solito quando andiamo in camera sono gia' tutti a letto a parte il ciondolante pellegrino ungherese (scambiato per tedesco, che ci porteremo dietro fino a Burgos) cosi' ci aiutiamo con la luce del cellulare, c'e' un pesante odore di chiuso e indumenti umidi e c'e' gia' chi russa, speriamo bene!.....




..........Fonte del vino!

1 commento:

  1. State "ingranando" la marcia giusta e accrescete le vs. conoscenze: addirittura Fabrizio ha cominciato ad assaporare il buon vino! Alla fine del Cammino oltre ad irrobustirsi lo spirito avrà anche qualche piccolo vizio in più e "finalmente" raggiungerà la "maturità" !
    Devi farti forza Marina e non dimenticarti le coccole: più si matura e più si diventa bambini.
    Un abbraccio forte forte. Anna e Luciano

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